La storia della pizza
Il solo pensarci fa venire voglia. Ognuno, ha la o le sue preferite, e la maggior parte di noi almeno una volta a settimana decide di mangiarla. E lo fa come fosse un rito. Cibo aggregante, ma non solo, mette spesso intorno ad un tavolo casalingo, o in un locale, famiglia e amici per “una serata pizza”.
La sua storia si perde un po’ nel tempo e quindi, senza urtare la sensibilità di nessuno, le certezze in merito sono poche. La prima testimonianza della parola “pizza” si fa risalire ad un documento del 997, in latino volgare, rinvenuto nella città di Gaeta. Tendenzialmente quando pensiamo alla pizza ci viene in mente la pizza tonda o anche notoriamente detta “alla napoletana”. Da qui il passo alla pizza margherita, è brevissimo.
Facciamo un altro salto nella storia: la pizza margherita è la tipica pizza napoletana con i semplici ingredienti come pomodoro, mozzarella, basilico, sale e olio. Ma come mai questi ingredienti? La paternità è attribuita da più fonti, al cuoco Raffaele Esposito, che nel 1889 per rendere omaggio alla Regina Margherita di Savoia, le diede il suo nome e si trovò ad utilizzare ingredienti che ricordassero i colori della bandiera italiana.
Tanta la diffusione e la sua bontà che la pizza tonda napoletana dal 05 febbraio 2010 ha il riconoscimento STG (Specialità tradizionale garantita). Questo marchio viene attribuito dall’Unione europea per tutelare produzioni specifiche che siano caratterizzate da composizioni o metodi di produzione tradizionali. Ma non solo, l’Unesco nel 2017 ha dichiarato l’arte del pizzaiolo napoletano come patrimonio immateriale dell’umanità.
Allora, che pizza mangi stasera?